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(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 59

 

SEGRETI E BUGIE

 

(PARTE OTTAVA)

 

 

LO SPECCHIO DELLA VITA

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Il nome della ragazza è Nina McCabe o forse lo era prima che perdesse gli ultimi residui d’innocenza che aveva, in un’altra vita, una vita che ormai si è lasciata alle spalle. In ogni caso non è il nome che uno svogliato funzionario doganale legge sul suo passaporto.

-Si è divertita nel suo soggiorno in Messico, miss Swann? - le chiede.

-Abbastanza.- replica Nina abbozzando un sorriso. Se uccidere un boss messicano della droga e della prostituzione e le sue guardie del corpo è un divertimento, allora può dire di essersi divertita, ma se fosse stato davvero così… beh la cosa non sarebbe preoccupante?

            Nina scaccia questi pensieri e si lascia alle spalle la città di Nuevo Laredo per entrare nella sua quasi omonima in territorio americano.

-I walked down the streets of Laredo.- si ritrova a canticchiare quasi senza accorgersene. Chissà perché le è tornata in mente quella vecchia canzone folk così insolita sulle labbra di una ragazza della sua età? Poco importa. Presto Laredo e Nuevo Laredo saranno alle sue spalle e lei avrà raggiunto la nuova destinazione indicatale nel giro dell’oca dell’omicidio che le sta facendo fare il suo misterioso committente, un uomo che prima o poi dovrà incontrare per farsi spiegare molte cose, sperando nel frattempo di non essersi assuefatta ad uccidere. È questo che temeva per lei Elektra? Se anche fosse ormai è troppo tardi: ora è una killer a pagamento proprio come la sua maestra e forse ogni cosa che le è accaduta da quando ha visto suo padre morire davanti ai suoi occhi per mano di Bullseye l’ha portata inevitabilmente a questo.

            Sia come sia, Nina McCabe non c’è più, c’è solo il Cigno Nero.

 

            John Garrett si dà dell’idiota per l’ennesima volta mentre osserva le finestre dell’appartamento di Elektra Natchios a Las Vegas. Ovviamente l’appartamento non è intestato al suo vero nome, non mentre lei è ricercata in tutta la Nazione, no, in tutto il mondo, per multipli omicidi. Il nome che usa ora non lo ricorda e nemmeno gli importa, è da lei che è ossessionato. John Garrett è ormai più cyborg che uomo, solo una piccola parte del suo fisico è di carne e sangue ormai, il resto è plastica metallo e servomotori. Se è così lo deve ad Elektra. Fin dal loro primo incontro[1] ogni volta che le loro strade si sono incrociate lui si è ritrovato con qualche pezzo in meno che i tecnici dello S.H.I.E.L.D. hanno dovuto rimpiazzare. Un buon motivo per stare lontano da quella donna o per odiarla invece di sentirsi come un adolescente alla prima cotta ogni volta che la vede o pensa a lei. A volte pensa che lei gli abbia ingarbugliato la testa con qualche bizzarro potere mentale ninja, altre volte liquida la cosa come pura assurdità.

            In ogni caso eccolo qui a spiare casa sua ed a chiedersi quando tornerà.

-Sei diventato un guardone, John, o mi stai spiando per conto di Mr. Howard?-

            La voce di donna sembra uscire dal nulla e quando si volta di scatto Garrett non è affatto sorpreso di trovarsi di fronte Elektra inguainata nel suo attillato costume rosso, i lunghi capelli corvini trattenuti da una bandana pure rossa.

-Credevo… fossi ancora a New York o in Arizona.- balbetta Garrett.[2]

-Sono tornata.- replica lei –Torna a casa John o vai a farti una birra nel tuo bar preferito. Starmi vicino non ti conviene, dovresti saperlo.-

-L’alcool non mi fa più molto effetto ormai… e poi… ci si diverte sempre in tua compagnia.-

-Un divertimento mortale.-

            Elektra si sposta in un cono d’ombra mentre Garrett replica:

-Ne vale comunque la pena.-

            Ma lei è già scomparsa… come al solito.

 

            Parigi-Marsiglia, un bel tragitto da fare in auto, ma quando l’auto è una Jaguar XKR-S dii un bel color cremisi appositamente modificata, allora il lungo viaggio può rivelarsi un vero divertimento.

            L’uomo alla guida usa molti nomi, tutti caratterizzati dalle iniziali P.D. ma nessuno sa quale sia il suo vero nome e se sia uno di quelli. Tutti, però, lo conoscono come Paladin, mercenario, soldato di ventura e tanto altro, un uomo difficile da classificare.

            Il suo incarico attuale è uccidere un boss della droga ed il suo committente è un boss rivale: la bella e letale Renée Daladier, una donna che sotto un viso d’angelo e un corpo da infarto nasconde un’anima nera e crudele, una donna pericolosa e da temere. Diversa gente che conosce questionerebbe la moralità delle azioni, di Paladin, forse perfino la Vedova Nera, ma lui non se ne cura. Il denaro non puzza ha detto un famoso imperatore Romano ed in fondo non è che gli abbiano chiesto di assassinare il Presidente della Repubblica: l’uomo che deve uccidere è uno schifoso criminale e il fatto che gli “affari” del suo bersaglio saranno rilevati dalla bella Renée non è cosa che lo riguardi, giusto?

            Scende al miglior hotel di Marsiglia e pochi minuti dopo osserva il panorama dalla terrazza della sua stanza.

-Gene Hackman mangiati il fegato.- sussurra sorridendo.

            Avrà tempo per pensare ai dettagli dell’assassinio che deve compiere. Stasera può concedersi un po’ di relax… cominciando con quel che di meglio ha da offrire la rinomata cucina francese.

 

 

2.

 

 

            A Natasha Romanoff non piacciono gli ospedali. Forse le ricordano troppo la sua mortalità, il semplice ma innegabile fatto che nel tipo di vita che ha scelto il rischio di morire o di restare gravemente feriti è sempre incombente. Può accettarlo per se stessa, però, quando ad essere colpiti sono i suoi affetti più cari le cose sono ancora più dure da accettare.

            Il suo mentore Ivan Petrovitch, la persona più vicina ad un padre che lei abbia mai conosciuto, è rimasto ferito in uno scontro a fuoco contro gli emissari di un boss della Mafia Russa e solo circostanze avverse le hanno impedito di intraprendere subito il sentiero della vendetta.

Arrivata nella sua camera Natasha è sollevata nel vedere che Ivan è sveglio e sta brontolando con l’infermiera. Lui s’interrompe quando la vede:

-Oh Natasha… dillo anche tu a quest’arpia che sono perfettamente in grado di alzarmi dal letto.-

            Finalmente Natasha si permette una risata:

-Non so, Ivan… è vero che sei forte come un toro, ma forse dovresti andarci piano.-

-Sciocchezze, non basta un proiettile a mettermi fuori combattimento.-

-Uno forse no… ma due o tre?-

-Non comportarti come se fossi mia madre. Sono più vecchio di te, zarina.-

-E allora prova a mettere la testa a posto. Tuo figlio ha più buon senso di te… ed è tutto dire.-

            Ivan emette un brontolio confuso e si lascia andare con la testa sul cuscino. L’infermiera esce dalla stanza e Natasha parla di nuovo:

-Scusa se non sono venuta a trovarti in questi giorni ma…-

-… ma eri molto impegnata, lo so. Ho seguito i tuoi exploit. Non c’è molto altro da fare qui, a parte leggere e guardare la TV. Ti sei data da fare: supercriminali a San Francisco e rivolte carcerarie a Brooklyn… e in più ti sei di nuovo impelagata con quel Murdock.-[3]

-Matt è… un caro amico. Aveva bisogno di aiuto ed io gliel’ho dato.-

-Solo quello?-

-Ivan… non sono più una bambina da un pezzo e non ho bisogno della tua approvazione per vedere chi voglio… e poi credevo che Matt ti piacesse.-

-Più di quel presuntuoso di Paladin, questo è certo. A dir la verità, ho sempre pensato che avesse un effetto benefico su di te e…-

            Ivan s’interrompe di colpo, la sua attenzione è attirata da una scena che si sta scorrendo sullo schermo televisivo davanti a lui.

-Ma che sta succedendo?-

            Alza l’audio e la voce dal canale satellitare Russia Today arriva chiara e forte: Il luogo è la Piazza Rossa un paio di giorni prima, il momento: la presentazione della nuova squadra della Guardia d’Inverno. Natasha ne aveva sentito parlare ma era stata troppo occupata per vedere i resoconti dei TG o il video ufficiale della cerimonia sinora.

            A quanto pare il Guardiano d’Acciaio è stato rimpiazzato da un nuovo Guardiano Rosso. Un vecchio simbolo per la Nuova Russia? Forse è appropriato ai tempi recenti. A quanto le dicono, la sua vecchia patria ha preso una deriva sin troppo autoritaria, ma questa non è una sorpresa. L’uomo che sta al Cremlino ha una visione molto chiara su come si deve esercitare il potere, ma ultimamente le cose hanno preso un’accelerazione preoccupante. Solo una settimana fa lei ha dormito al Cremlino ed ora è “persona non grata” mentre il suo vecchio amico Alexei Vazhin è stato arrestato ed un altro, uno che non ha mai sentito nominare dirige l’F.S.B. al suo posto. Ma… un momento che sta facendo il Guardiano Rosso? E la sua voce…la sua voce…

            Con gesto teatrale il Guardiano rosso si smaschera pubblicamente e con voce stentorea dichiara:

<<Mi chiamo Alexi Shostakov… e approvo questi Guardiani!>>[4]

            Per un lungo momento la donna conosciuta come Vedova Nera resta in silenzio e con la bocca spalancata per lo stupore, poi esclama:

-Non può essere vero… non è possibile.-

 

            Si chiama Rick Mason, ma negli ambienti dello spionaggio è noto semplicemente come l’Agente e, come dice il suo nome da battaglia, è un agente free lance che accetta incarichi particolari da varie agenzie di intelligence o anche da privati se la paga è buona e l’incarico stimolante.

            Non saprebbe come definire l’incarico attuale: è stato Nick Fury in persona ad affidarglielo fuori dai canali ufficiali e Mason ha buoni motivi per ritenere che nei registri dello S.H.I.E.L.D. la sua missione non sia affatto menzionata. Il suo compito consisteva nell’infiltrarsi nell’organizzazione terroristica nota come Spettro Nero e per il momento almeno sembra riuscito. La sua copertura come Sean O’Donnell ex terrorista irlandese sembra reggere ed ha anche scoperto che lo Spettro Nero si è rinnovato: ora i suoi membri non sono solo donne (per fortuna o la sua missione sarebbe morta sul nascere) e tra i suoi capi non c’è più il Mandrillo ma un pazzoide nemico abituale di Moon Knight che si fa chiamare anche lui Spettro Nero. Gli scopi dell’organizzazione sono rimasti gli stessi: rovesciare con la forza il Governo degli Stati Uniti d’America.

            Il fatto di aver suscitato le simpatie dell’altro capo dello Spettro Nero, la letale mutante nota col nome di Nekra, ha fatto sì che Sean O’Donnell sia stato inserito nel commando che deve compiere un attentato politico a Washington D.C., città dove i bersagli per quel genere di attentati certo non mancano.

            Rick Mason è solo e senza modi apparenti di poter allertare qualcuno. Non sa ancora cosa, ma qualcosa dovrà fare prima che sia troppo tardi.

 

            Mia sorella Fah Lo Suee è una delle donne più pericolose che abbia mai conosciuto. Se possibile la sua malvagità rivaleggia con quella di mio padre e se c’è una cosa che ho imparato dai nostri precedenti incontri è a non fidarmi di lei mai.

-Ti voglio come mio alleato, Shang Chi, piccolo Spirito.- Mi sta dicendo.

-Perché?- le chiedo -Non hai certo bisogno di me o dei miei amici per combattere nostro padre.-

-Forse… o forse ci sono battaglie che non posso combattere da sola.-

Non è da te fare simili ammissioni.-

            Mia sorella ride.

-Non hai torto… l’arroganza è un tratto di famiglia che solo tu non sembri aver ereditato, Piccolo Spirito. Hai diritto ad una spiegazione.-

            Che altro posso fare se non ascoltarla e cercare di capire cosa vuole davvero?

3.

 

 

            Secondo un vecchio detto i criminali sarebbero una razza codarda e superstiziosa.[5] Se è davvero così, i frequentatori di un certo bar malfamato della baia di San Francisco, nella zona un tempo nota come Costa dei Barbari, dovrebbero essere spaventati a morte quando improvvisamente tutto il locale piomba nelle tenebre più fitte e da quelle tenebre emerge una figura avvolta in un lungo mantello nero o dovremmo dire un…  Sudario?

            A onor del vero, qualcuno non si fa intimorire e spara…solo per vedere le pallottole sparire letteralmente in un cono d’ombra

            Infine il nuovo arrivato parla:

-Cerco informazioni.-

-Qui… qui non troverai nessuno disposto a dartele.- proclama orgogliosamente uno dei presenti.

            Il Sudario avanza fermandosi davanti a lui. I suoi occhi sono invisibili ma è come se l’uomo che ha parlato e gli altri avventori si sentissero scrutati sin nel profondo.

-Ne sei davvero, sicuro?- chiede il giustiziere mascherato.

            L’uomo non osa rispondere.

 

            Il suo nome non c’importa, almeno per adesso, e nemmeno il luogo ove si trova. Quel che importa è quest’individuo ancora misterioso è colui che ha orchestrato la rovina di Elektra Natchios. Le ha portato via tutto quello che possedeva e poco importa che lei sia riuscita a sopravvivere, ora è braccata e presto apprenderà di aver perso qualcosa di ancor più prezioso dei beni materiali. La corruzione di Nina McCabe è ormai quasi completa. L’ha guidata ad eliminare uomini che erano d’ostacolo ai suoi progetti, rivali in affari si potrebbe dire, ora deve solo spingerla un passo più avanti verso l’abisso.

            Il suo sguardo si illumina di un sorriso di sinistra soddisfazione.

 

            C’era una volta una ragazza che voleva fare la ballerina e che incontrò un giovane ed affascinante ufficiale dell’Aviazione. Si innamorarono e si sposarono ma un brutto giorno lui ebbe un terribile incidente durante un volo di collaudo di un nuovo caccia. Il suo aereo si schiantò e lui morì. L’ufficiale che portò la notizia alla giovane vedova le offrì un’opportunità di onorarne la morte e servire lo Stato. La ragazza non divenne mai una ballerina ma la più letale superspia russa.

            Alcuni, però, dicono che non andò proprio così. Dicono che la ragazza era in realtà molto più vecchia di quanto apparisse, mantenuta artificialmente giovane per mezzo di un siero elaborato grazie ad appunti degli scienziati nazisti catturati dai Sovietici e che a tempi stabiliti occorresse ripetere il trattamento e “resettare” la mente della ragazza, riprogrammarle nuovi ricordi ed una nuova vita. La ragazza non era mai stata un’aspirante ballerina e perfino il suo incontro col giovane ufficiale era stato programmato verso un determinato esito.

            Quale che sia la verità, una cosa è certa: senza che lei lo sapesse suo marito non era morto. Se Natalia Alianovna Romanova era stata arruolata nel più duro e segreto programma di addestramento di spie del mondo conosciuto, Alexi Alanovitch Shostakov veniva preparato per divenire un simbolo patriottico, successore designato di colui che durante i giorni bui della Grande Guerra Patriottica[6] era stato un faro di speranza per il popolo sovietico: il Guardiano Rosso. Solo diversi anni dopo la Vedova Nera seppe la verità e fu testimone dell’eroico sacrificio di Alexi per salvare la sua vita e quella di Capitan America.[7]

            Ora, dopo dieci anni, la storia pare ripetersi e Natasha non è disposta a sopportarlo.

-Dev’essere un trucco.- sta dicendo a Nick Fury nel cui ufficio è appena piombata.

-Vorrei tanto crederlo anch’io, ma le informazioni di cui siamo in possesso, i rilevi telemetrici e vocali, tutto avvalora l’ipotesi che si tratti proprio di lui.- replica Fury –Del resto non è la prima volta che qualcuno che crediamo morto ricompare all’improvviso.-
-Già una volta provarono a farmi credere che Alexi era ancora vivo…- ribatte la ribatte la Vedova Nera -… ma poi saltò fuori che era solo un sofisticato LMD.[8] Chi ci dice che non abbiano ritentato lo stesso trucchetto?-

-Da quel poco che ho visto di lui …- interviene un uomo dai capelli bianchi con indosso l’uniforme dello S.H.I.EL.D. e dall’inconfondibile accento russo -… mi è sembrato decisamente umano.-

-Se anche fosse, Yuri…- insiste Natasha -… potrebbe trattarsi di un impostore reso identico ad Alexi grazie alla chirurgia. Nel 1950 non fecero lo stesso qui negli U.S.A. con un Capitan America sostituto?[9] E se anche fosse davvero Alexi che è sopravvissuto… potrebbero avergli fatto il lavaggio del cervello.-

            Nick Fury tace e scambia uno sguardo con Yuri Brevlov, ex Direttore della sezione Russa dello S.H.I.E.L.D. prima che il Governo Russo ne revocasse le credenziali. Entrambi sono tra le poche persone a sapere che il leggendario super killer sovietico noto col nome in codice di Soldato d’Inverno esisteva ed era in realtà Bucky, l’originale partner di Capitan America a cui era stato proprio praticato il sistematico lavaggio del cervello. Tra i presenti in quella stanza Nick è anche l’unico a sapere che il Soldato d’Inverno è tornato normale e ora lavora per una squadra supersegreta nota a quei pochi che ne conoscono l’esistenza col nomignolo di Vendicatori Segreti.[10]

-È plausibile, non credi anche tu, Yuri?- conclude.

-Sarebbe stato nei metodi del vecchio KGB e mi sembra coerente con quelli di quel bastardo di Menikov.-[11]  conviene Brevlov.

-Ma anche così, non vedo perché la cosa dovrebbe interessarci.- continua Fury –Mi brucia che i russi ci abbiano buttato fuori a calci dal loro dannato paese infischiandosene del nostri statuti ONU, ma non è un valido motivo per interferire nei loro affari.-

-E da quando in qua hai avuto bisogno di un motivo valido per rompere le scatole a qualcuno, Nick?- ribatte Natasha -Sta tranquillo, però: non chiederò al tuo prezioso S.H.I.E.L.D. di fare qualcosa contro il Governo Russo… a quello penserò io. Avevo già intenzione di tornare in Russia per saldare i conti con Ivan il Terribile, ora ho un motivo in più: scoprire la verità sul ritorno di Alexi. Tutto quel che ti chiedo è solo un po’ di aiuto logistico per rientrare nel paese e poi uscirne. Un classico lavoro da spie.-

-Ed io te lo darò. Perdio, sarà un piacere prendersi gioco di quegli arroganti buffoni di Russi… senza offesa Yuri.-

            Brevlov fa solo un cenno con la testa.

-Nessuna offesa. Anch’io ho voglia di vedere Menikov abbassare un po’ la cresta. Solo sta attenta Natasha… questa nuova Guardia d’Inverno non è come la vecchia… è gente davvero molto pericolosa.-

-Anch’io so esserlo, Yuri.- replica la Vedova –Ma sta tranquillo: di me non vedranno neppure l’ombra.-

 

 

4.

 

 

           

            L’uomo che risponde al nome di P.L. Dean siede in un caffè di Marsiglia sorseggiando un cognac e ha proprio l’aria del turista americano, ma si sa: l’apparenza inganna. Quell’innocuo turista americano è in realtà Paladin e sta studiando il terreno per la sua prossima mossa. Il suo bersaglio si chiama Georges Delannoy ed è un trafficante di droga. È anche un uomo molto ricco che gode di appoggi nelle alte sfere: ci sono uomini e donne che inorridirebbero ad essere visti pubblicamente in sua compagnia ma non si fanno scrupoli ad accettare i suoi soldi in segreto. In fondo, pensa Paladin, faccio un favore alla comunità eliminandolo. Natasha probabilmente non si scomporrebbe troppo per questo, ma forse non approverebbe che lui sia pagato da una trafficante di droga rivale, ma Paladin non ha mai negato di avere una morale un po’ elastica su certe cose.

            Finisce il cognac e paga il conto per poi avviarsi tranquillamente verso la sua auto. Ha visto abbastanza: il suo bersaglio è decisamente ben protetto ma anche la migliore protezione del mondo può cedere davanti ad un singolo cecchino determinato e con una buona postazione da cui tirare.

            Sì: ha visto abbastanza: è ora di passare all’azione

 

            Il nome sul passaporto è Belinda Swann e Nina si sta abituando ad usarlo al posto del suo. Ha seguito le ultime istruzioni ricevute dal suo misterioso committente ed dall’Aeroporto Internazionale Dallas-Fort Worth ha preso un volo American Airlines con destinazione Tokyo. Il suo conto cifrato a Isla Suerte è stato rimpinguato da compenso ricevuto per il suo ultimo incarico e quando sarà arrivata a Tokyo saprà il nome del prossimo bersaglio.

            Mentre chiude gli occhi cercando di rilassarsi e magari riposare Nina ricorda parte della sua recente conversazione telefonica con il suo committente.

<<È stata molto brava, Cigno Nero.>> aveva detto usando il nome di battaglia affibbiatole da Eric Slaughter <<Apprezzo la creatività in chi lavora per me. Ho aggiunto un piccolo extra a suo compenso, come vedrà se verifica il saldo del suo conto.>>

-Immagino che dovrei ringraziarla.- aveva risposto Nina –Ma a questo punto vorrei anche delle risposte: chi è lei e quando mi darà altre informazioni su Elektra?-

<<Non sia troppo curiosa, Cigno Nero. Non è una buona dote per un killer professionista e non è questo che né lei adesso?>>

            Nina si era zittita. L’uomo aveva ragione. Aveva venduto l’anima al Diavolo di sua spontanea volontà, era troppo tardi ormai per lamentarsi del prezzo.

            E così eccola in volo verso Tokyo la capitale del Giappone, la nazione dove Elektra ha imparato le arti dei ninja, quelle stesse arti che poi ha insegnato a lei. È la prima volta che ci va: sino a pochi giorni fa il viaggio più lungo che aveva fatto era stato quello dal natio Iowa sino a New York con suo padre. All’’epoca era solo una sedicenne inquieta e ora… cos’è diventata ora? Meglio non chiederselo.

 

            Elektra Natchios ha appena finito la sua quotidiana sessione di allenamento che ode il familiare “ping” che le segnala un e-mail in arrivo.

-Chi può essere? Si chiede. Anche se è una latitante in fuga, resta pur sempre una delle migliori, se non la migliore, killer sulla piazza. Odia ammetterlo, ma un nuovo incarico sarebbe una distrazione benvenuta.

            Bene, è davvero un nuovo incarico. Mentre risponde, Elektra si chiede se per caso non possa essere una trappola dei Federali per stanarla. Franklin Nelson sarebbe così furbo da pensare ad un tranello simile? Può sembrare la spalla comica in una commedia ma sa usare il cervello ed essere diffidenti non guasta mai se si vuol rimanere vivi, pensa Elektra.

 

 

5.

 

 

            Il cuore dell’amministrazione della giustizia a San Francisco è concentrato qui: nel Palazzo di Giustizia dedicato al Capo della Polizia Thomas J. Cahill. Polizia, Sceriffo, Pattuglia Autostradale, Procuratore Distrettuale, Medico Legale, giudici, prigioni. Qualunque cosa cerchiate è qui.

            Anche se si considera un’americana purosangue il Tenente di Polizia Sabrina Morrell, in forza alla Squadra Omicidi, non rinnega le sue radici francesi e giapponesi ed Anzi se ne sente orgogliosa. In un posto come San Francisco una come lei si sente a casa sua. Ama questa città, patria delle diversità, ed è determinata a lottare per lei.

-Tenente

            Al suono di quella voce Bree Morrell s risveglia dal suo sogno ad occhi aperti. Davanti a lei c’è il Sudario.

-Che fai qui?- esclama –Se ti vedesse qualcuno…--

-Non c’è nessuno qui.- replica Sudario –Siamo soli.-

            Ma guarda, pensa sconsolata Bree, come al solito sono l’ultima ad andarmene. Finiranno col pensare che non ho una vita privata… e avrebbero ragione,

-immagino che non abbiate fatto progressi col caso del sacrificio rituale Thug.-[12] chiede Sudario.

-Neanche un po’. Hai informazioni?-

-Qualcuna… e anche un suggerimento… ma avrò bisogno del suo aiuto.

-Dimmi tutto.-

 

            Il sorriso di Nekra, con quei canini appuntiti da vampiro ha qualcosa di inquietante, pensa Rick Mason se non addirittura terrorizzante. Prova a non pensarci e punta gli occhi in quelli di lei cercando di mostrarsi spavaldo.

-insomma… posso finalmente sapere chi siamo venuti ad uccidere?- chiede

-Credo che sia ora che tu lo sappia Sean.- risponde Nekra -È il nuovo Segretario alla Sicurezza Interna. Lo faremo saltare assieme al palazzo che ospita gli uffici del suo Dipartimento.-

            Pazza, pensa Mason, pazza e pericolosa.

 

            Il tuo nome è Danny Rand e fino a non molto tempo fa eri convinto di essere l’unico Iron Fist vivente ma il misterioso uomo che si chiama Orson Randall ti ha dimostrato che non è così. Da quando hai scoperto la sua esistenza è cominciata una catena di eventi che ha coinvolto te, tua sorella ed i tuoi amici e che ti ha portato fin dove ti trovi adesso.

            Hai visto molte cose fuori dal comune nella tua ancor breve vita, ma qualcosa riesce ancora a sorprenderti.

-Danny…- gli si rivolge il misterioso John Aman -... Questa è l’arena.

 

 

FINE OTTAVA PARTE

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Che dire? Molto poco a dire il vero: non ci sono particolari segnalazioni su quest’episodio a parte…

1)     Gli eventi che hanno portato in Russia alla destituzione di Alexei Vazhin, alla sostituzione dell’intera Guardia d’Inverno con un gruppo interamente nuovo composto perlopiù da (ex?) supercriminali ed alla rivelazione che Alexi Shostakov, il Guardiano Rosso “classico”, nonché marito della Vedova Nera, è ancora vivo sono stati narrati in The Others 29/35 e non hanno ancora finito di produrre effetti, per tacere dei riflessi su questa serie.

2)      Il ritorno del Guardiano Rosso “originale” (anche se tecnicamente sarebbe il secondo, visto che ha avuto almeno un predecessore nella Seconda Guerra Mondiale) non poteva passare sotto silenzio in una serie che narra (anche) le gesta della Vedova Nera, dopotutto si tratta di un uomo che è stato molto importante nella sua vita al punto da sposarlo, per tacere dei riflessi sulle sue scelte di vita successive. Riuscirà Natasha ad incontrarlo ed a scoprire cosa succede? Solo il futuro potrà dirlo (e anche Fabio Volino -_^).

3)     La Vedova Nera appare qui dopo gli eventi di Devil #55/57.

Nel prossimo episodio molti nodi vengono al pettine e si preparano scenari futuri. Non mancate.

 

 

Carlo



[1] Nell’ormai classica miniserie Elektra Assassin.

[2] Per i particolari vedere lo scorso episodio e soprattutto Occhio di falco MIT #17.

[3] Come ben sa chi ha letto Devil MIT #56/57.

[4] Chi ha letto The Others #5 avrà certo riconosciuto questa scena.

[5] Si, lo sappiamo: è una citazione della Distinta Concorrenza… e allora? -_^

[6] Così i Sovietici chiamavano la Seconda Guerra Mondiale

[7] Accadde tanti anni fa su Avengers Vol. 1° #43/44 (Prima edizione italiana su Thor, Corno, #51/53).

[8] Nella Graphic Novel: “Black Widow: The coldest war” (In Italia su Supercomics, Max Bunker Press, #9/11).

[9] Come rivelato nell’immortale Captain America Vol. 1° #156 (Prima edizione italiana su Capitan America, Corno, #68).

[10] Ma voi sapete già tutto se siete lettori dell’omonima serie MIT.

[11] Viktor Menikov, il nuovo capo del F.S.B. (il servizio di scurezza interna russo), come visto in The Others 29/35.

[12] Nell’episodio #57.